sabato 26 gennaio 2013

L'impresa del fare impresa

Buongiorno a tutti.
Oggi vorrei  dedicare due parole sul fare impresa in Italia.
Recentemente sono stato alla presentazione del libro "Mad in Italy" una raccolta di storie "pazze" di imprenditori italiani che hanno scelto di non abbandonare, raccogliere la sfida e fare impresa in Italia.
Mi ha colpito molto lo slogan della campagna pubblicitaria che recita:" Se mi lasci non vali" molto provocatorio con il sottotitolo "I folli che restano fanno grande l'Italia". ( Per maggiori info www.italiacaputmundi.it )
Viviamo in un'epoca in cui molti stanno acquistando consapevolezza su come possa essere più proficuo inventarsi un lavoro piuttosto che cercarlo.
Si moltiplicano su Facebook le pagine che descrivono con talento e poesia tante micro storie imprenditoriali di ragazze e ragazzi che pensano, creano e offrono a prezzi competitivi il frutto del proprio lavoro.
Premettendo che non biasimo e comprendo profondamente coloro i quali cercano fortuna oltre i confini nazionali, non posso negare che mi nasca spontaneo un sorriso quando vedo qualcuno che ci prova.
Ammiro profondamente gli imprenditori con la "i" maiuscola che riconvertono radicalmente i loro impianti produttivi o che si lanciano in settori a loro sconosciuti, ma chi stimo profondamente sono coloro i quali si mettono in gioco partendo dal nulla, da un video su youtube, da un servizio al telegiornale, da una chiacchierata con amici e soprattutto da un sogno.
A loro va la mia stima più sincera.
Persone a cui il più è sconosciuto, ma che tra una paura ed un'altra trovano il coraggio di partire, di tuffarsi in un mare sconfinato.
A loro dico forza ragazzi, se il mondo delle multinazionali ci sfrutta, se non c'è posto per noi, se le nostre lauree valgono poche centinaia di euro al mese, il lavoro ce lo inventiamo noi. Preferiamo morire da guerrieri che da spettatori.
Se invece di pensare solo alla crescita delle aziende su cui oggettivamente, considerando la congiuntura attuale, non punterei molti soldi, incominciassimo a ricreare quelle maestranze che hanno reso grande la nostra cultura? Riprendiamoci ciò che è nostro e al momento giusto sapremo crescere. È una battaglia dura fatta di burocrazia, tasse e corruzione ma come sempre più siamo e meglio è.
A tutti voi dico coraggio, spegnete la tv e accendete i cervelli. Lavorare in Italia non vuol dire lavorare solo con l'Italia, esportiamo, facciamo vedere a tutti che cos'è il Made in Italy.
Forse sono un visionario ma le mie visioni sono migliori della realtà quotidiana e quindi non ho intenzione di rinunciarci.
Buon Lavoro a tutti e portatela a termine questa impresa, in tutti i sensi.

mercoledì 12 dicembre 2012

Costo o Prezzo?

Questa sera vorrei approfondire questo tema che mi è stato suggerito da un cliente, il quale mi ha giustamente fatto riflettere sulla differenza tra costo e prezzo.

Tutte e due i sostantivi indicano un'uscita di cassa che, in un periodo di crisi profonda come quello che stiamo vivendo da diversi anni ormai, è purtroppo un evento con una forte connotazione negativa.
Tuttavia esiste una differenza nemmeno così sottile tra queste due tipologie di spesa per cui vale la pena spendere due parole.

Con il termine costo in genere si indica un'uscita di cassa quasi fine a se stessa, una spesa dovuta che non può essere evitata, ma il cui valore aggiunto è spesso scarso.

Diversamente, parlando di prezzo, andiamo ad indicare una spesa necessaria al fine di ottenere un risultato.
Il costo della vita è un qualcosa che per sopravvivere ognuno di noi, su scale seppur diverse, è costretto ad affrontare, mentre il prezzo per raggiungere un obiettivo personale lascia una scia dal sapore di facoltativo.

Questa riflessione è la miglior risposta a tutti coloro che si chiedono perchè potrebbe essere una buona idea richiedere una consulenza esterna in un momento di crisi, in un momento di difficoltà generale, e magari anche soggettiva, conclamata.

A nostro modesto modo di pensare, il servizio di consulenza aziendale è da classificarsi come un prezzo per un apporto utile e a volte addirittura necessario, al fine di mutare una condizione di sofferenza, o comunque insoddisfacente.

Il nostro motto è "Consulenza aziendale alla portata di tutti", non siamo una ONLUS per le imprese, ma nemmeno squali avidi di danaro non curanti delle esigenze altrui, siamo solo professionisti al servizio degli imprenditori, capaci di capire coloro i quali decidono di volersi rivolgere a noi e, sempre a nostro parere, insuperabili nella capacità di tessere quei rapporti umani che, per tanti motivi, vanno sempre più svanendo.

Buon Lavoro a tutti e se credete, chiedeteci qual'è il prezzo del vostro successo.

lunedì 11 giugno 2012

Il Coraggio di accelerare in curva


Non tutti sono appassionati di guida e non tutti potranno comprendere a pieno questa metafora.

Per chi come me è appassionato però, l’idea è chiara. La circostanza è la medesima.

Tutti i bravi piloti sanno che il modo corretto di percorrere una curva è frenare, “staccare” in gergo, per poi accelerare mentre si percorre la stessa.

Tutto questo ovviamente accade se impostate bene la traiettoria e calcolate la corretta velocità di percorrenza.

Capita a volte di arrivare un po’ “lunghi” e trovarsi così in curva con la macchina che scorre verso l’esterno, che non segue la traiettoria e porta fuori e l’azione istintiva è quella di mollare il gas o frenare, bene... è la cosa peggiore. Accelerare delicatamente a volte o schiacciare tutto altre è l’unico modo di recuperare la traiettoria e tenere la macchina in strada.

Tutto questo preambolo automobilistico non è casuale, non è un esercizio di stile, è la metafora di quanto sta accadendo all’Italia a mio parere.

Per motivi vari siamo arrivati a “staccare” troppo tardi ed ora siamo in curva ad una velocità eccessiva che altro non è che il nostro debito pubblico troppo elevato e così eccoci a frenare aumentando le tasse, sempre di più.

In questa circostanza un esperto pilota sa che bisogna avere il coraggio di accelerare, aumentare il “grip” sulle ruote motrici e riportare il veicolo a “corda” e più si aspetta peggio è.

Dobbiamo accelerare e per farlo possiamo fare una sola cosa, ridurre la pressione fiscale.

Lo so non è semplice ed anti-istintivo ma necessario, l’unico modo per provare a non uscire di strada.

C’è un grafico o meglio una teoria che i grandi economisti dovrebbero conoscere chiamata curva di Laffer che spiega questo fenomeno e che in poche parole è un concetto molto semplice:

all’aumentare della pressione fiscale, lo Stato incassa di più fino ad un certo punto oltre il quale, a causa della diminuzione della produzione, dei consumi e all’aumento dell'evasione e della delocalizzazione,  il gettito inizia a discendere; quel punto l’abbiamo superato in questo trimestre.

martedì 10 aprile 2012

Due o tre notizie su A.B.M. Consulting

A.B.M Consulting è un blog che nasce dall'idea di offrire un po' di consulenza sul web e di farsi conoscere anche attraverso il canale telematico.
Inizialmente si era pensato ad un sito internet mentre poi riflettendo sull'importanza del rapporto umano nell'ambito della consulenza, si è optato per il blog, lo strumento per eccellenza di dialogo e confronto sul web.

Tramite questo strumento vengono offerte sia l'esperienza maturata nell'ambito consulenziale e aziendale sia quella maturata in prima persona nel mondo imprenditoriale.
A volte consulenza significa solamente portare il proprio "Know How" presso un cliente che poi in poche parole non significa nient'altro che spiegare come sono stati gestiti e sviluppati in precedenza un progetto, un'idea oppure ancora come si è giunti alla risoluzione di un problema.

Tratteremo argomenti di largo interesse in ambito aziendale sperando di offrirvi degli spunti interessanti per il vostro business mentre per analisi più approfondite o esigenze più particolari saremo a vostra completa disposizione, analizzando il tipo di supporto da voi richiesto, anche interamente online se possibile.

Lo scopo primario di questo blog tuttavia è parlare di business, aziende e imprenditori, creare una community dove ci si può aiutare reciprocamente e gratuitamente.
Come sempre vi saluto e vi incoraggio a lasciare i vostri commenti se ne avete,

Buon Lavoro a tutti.

martedì 3 aprile 2012

La crisi del sistema e la consulenza

Cari lettori, amici o semplici curiosi di passaggio, questa sera cercherò di affrontare un tema molto attuale, quello della crisi.
Dal settembre 2008, periodo tristemente noto per il "collasso del colosso" Lehman Brothers, il mondo economico-finanziario occidentale è entrato in una situazione critica e decadente, dalla quale ancora oggi non si è risollevato.
A questo punto nascono spontanee domande e riflessioni sulla capacità e sulla potenzialità effettive di questo sistema, di questo modello, di rivitalizzarsi e uscire da questa fase stagnante.

Forse il modello non è più adatto al mondo attuale o magari viceversa è il mondo attuale a non essere capace di adattarsi ad un sistema economico che comunque è sempre stato caratterizzato da picchi in rialzo e in ribasso.
Quanto alla ciclicità degli eventi, già altri prima di me si sono espressi a riguardo e non è mia intenzione dilungarmi in analisi etico-filosofiche.

Lo scopo di questo post è riflettere con voi su alcuni punti di vista a volte trascurati.
E' vero, la contingenza dei fattori esogeni all'economia italiana e mondiale non rendono facile un astrazione dal contesto attuale, ma a volte basta analizzare la cosa giusta al momento giusto e si può scoprire che dei tanti fattori che possono causare una crisi, ve ne sono anche molti endogeni che spesso e volentieri vengono tralasciati.

Si lo so, lo Spread, il Ftsi Mib, i tassi e le tasse, tutto vero, ma nel mio lavoro capita spesso di imbattersi in realtà apparentemente martoriate dalla realtà circostante o dalla sfortuna, ma che se analizzate al microscopio rivelano debolezze inaspettate.
La prima capacità di un imprenditore di successo è quella di vedere un'opportunità là dove gli altri non la vedono.

Chi ha fatto strada economicamente parlando nella vita sono spesso coloro che hanno saputo scorgere delle potenzialità nascoste agli occhi dei più.
Una banalità sempre attuale per partire con il piede giusto è vedere il bicchiere mezzo pieno.
Avete mai pensato a quanti buoni affari si possono concludere in un'epoca di crisi ad esempio?
Fare consulenza alle imprese è semplicemente spingere l'imprenditore, il cliente a farsi le domande giuste.

Non è raro vedere imprese che cercano le risorse e le soluzioni per uscire dalla crisi all'esterno e non all'interno.
Avete mai valutato ad esempio l'importanza dell'investire sulla soddisfazione dei vostri clienti interni, della vostra risorsa principale? Chi?
I vostri dipendenti, una delle principali risorse in grado di lavorare per voi come per se stessi se adeguatamente premiati e stimolati, ma spesso trattati come dei macchinari senza nemmeno essere revisionati.

Molti anni fa la Olivetti ha insegnato a tutto il mondo imprenditoriale, con dati reali, quanto il rendimento dei dipendenti crescesse in proporzione alla loro soddisfazione generata dall'offerta di plus come ad esempio locali di ristoro e un asilo interno per i figli.
A volte si è così impegnati a fare i conti che non si capisce l'utilità di un occhio esterno che, pur conoscendo meno di voi la vostra azienda, i vostri processi e il vostro settore, può semplicemente porvi o aiutarvi a farvi da soli le domande giuste, le cui risposte sono la soluzione a molti dei problemi più diffusi.

Concludo dicendovi che nonostante il contesto economico generale non sia dei più rosei, l'economia italiana è retta all'85% circa dalle Pmi fatte di persone come voi e come me che cercano di portare avanti la propria impresa e per le quali lo spread btp-bund conta relativamente nel ménage quotidiano.
Buon lavoro e crediamo un po' di più nell'economia reale che male non può fare!

martedì 27 marzo 2012

L'Arte della Consulenza

Consulenza vuol dire tutto e vuol dire nulla, sicuramente è un termine che molto spesso viene utilizzato per descrivere posizioni lavorative di ogni tipo, con ogni genere di mansione e ruolo.
Non è raro che alla domanda: "Di cosa ti occupi?", rispondendo sono un Consulente Manageriale, incroci poi sguardi vitrei e perplessi, quasi pentiti di avermelo chiesto.
In Italia in effetti non è una professione ben conosciuta come altrove e le più note società di consulenza hanno infatti origini al di fuori del nostro Paese.
Vediamo dunque di cosa mi occupo io e con me qualche migliaia di altre persone.
La consulenza manageriale e di direzione ha come scopo principale il guidare le aziende e i manager che sono al timone di queste nella gestione, ossia nel "management", ordinaria e staordinaria, in momenti di crisi o di crescita, sempre e comunque portando un valore aggiunto, la parte più difficile e meno scontata.
Uno degli errori comuni in questo mestiere è quello di credere di possedere la Cononscenza Divina da diffondere al prossimo, mentre prima di tutto un buon consulente deve imparare, poi analizzare e infine trovare una soluzione adatta al proprio cliente.
Ecco, ho appena scritto un'altra parola chiave per il mondo della consulenza: Cliente.
Non ci sono infatti solo scelte o strategie sbagliate che si oppongono a quelle vincenti, esiste un mondo di alternative cucite su misura al cliente che possono soddisfarlo più di una mera applicazione della dottrina.
Un altro mito che vorrei sfatare è quello delle tariffe di consulenza accessibili solo alle grandi imprese.
Nonostante abbia maturato esperienza anche nell'ambito della consulenza alle multinazionali, per scelta e per passione il mio lavoro è rivolto e cresce quotidianamente grazie alle piccole-medie imprese alle quali offriamo dalla consulenza "one shot" al "temporary management" nel medio-lungo periodo.
Il costo della consulenza non va misurato per mezzo delle tariffe, ma in rapporto ai benefici che si ricavano. Noi crediamo nel nostro lavoro profondamente e per dimostrarlo investiamo spesso noi stessi nelle nostre idee, mettendo in gioco il nostro capitale umano e finanziario.
Al prossimo post e buon lavoro a tutti gli amici consulenti e non.